DON GIOVANNI - Numero Uno 1986
Don Giovanni 1986 Le cose che pensano Fatti un pianto Il doppio del gioco Madre pennuta Equivoci amici Don Giovanni Che vita ha fatto Il diluvio |
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LE COSE CHE PENSANO BATTISTI-PANELLA In nessun luogo andai per niente ti pensai e nulla ti mandai per mio ricordo. Sul bordo m'affacciai d'abissi belli assai. Su un dolce tedio a sdraio amore ti ignorai invece costeggiai i lungomai. M'estasiai, ti spensierai m'estasiai eeeh e si spostò la tua testa estranea che rotolò. Cadere la guardai riflessa tra ghiacciai sessanta volte che cacciava fuori la lingua e t'abbracciai Di sangue m'inguaiai Tu quindi come stai Se è lecito che fai in quell'attualità che pare vera. Come stai? Ti smemorai ti stemperai eeeh e come sta la straniera? Lei come sta? Son le cose che pensano ed hanno di te sentimento esse t'amano e non io come assente rimpiangono te Son le cose prolungano te. La vista l'angolai di modo che tu mai entrassi col viavai di quando sei dolcezza e liturgia orgetta e leccornìa. La prima volta che ti vidi non guardai da allora non t'amai tu come stai? Aaah come stai? Rimpiangono te son le cose, prolungano te certe cose. FATTI UN PIANTO BATTISTI-PANELLA Dal monte ventoso dei miei sentimenti sfoglio all'aria una rosa ricettario l'inizio è già indiziario Lei si sciolse e poi si tolse lo chignon. E calva d'amore lustro sguardo da biliardo boccia sul tappeto il suo pallino E la stecca del peccato c'è tanta nuda verità. Fatti un pianto oh... ooh ooooh. Fatti un pianto oh... ooh ooooh. Da un chilo di affetti un etto di marmellata Se sbatti un addio c'esce un'omelette. Le cosce dorate van fritte coi sorrisi fai croquettes. E tu dici ancora che non parlo d'amore batte in me un limone giallo basta spremerlo. Con lacrime salate agli occhi tuoi ben condita amata t'ho. Dài piangete... ooh ooooh. Dài cantate... ooh ooooh. E dài che ne ho sete Parole d'amore grosse lacrime sciocche sono uova alla coque E dai e dai... ooh ooooh. Fatti un pianto - lacrimoni che sono lenzuola ooh ooooh - da strappare da calare giù fatti un pianto - e lì perdutamente qualcuno che ti sfugga o che salga su. Per intanto qualche vento qualche tentativo fa. IL DOPPIO DEL GIOCO BATTISTI-PANELLA Son lenti affluenti i suoi pianti a dirotto son diamanti striscianti che il silenzio hanno rotto. La vetrina con acqua è lei che si incrina e che sbrina via. Ride a fiore del pianto come piove contro sole giura in concreto di non fare mai più l'agente segreto. Ed io mai che io sospettai fosse un'altra o due o sei che il doppio giocò se scherzai con lei. E ne parlò, certo che ne parlò e che saziò i gusti di chi vide o intuì non visto gli opposti su un ponte e brume su un fiume con molte schiume. L'ha sempre saputo e l'ha sempre ignorato ed il doppio del gioco l'ha molto moltiplicato. Ed io mai che lo sospettai quante volte con lei scambiai. Me ne parlò, spesso me l'indicò Li vedi stanno scambiando c'è un centro sopra il ponte e loro si vanno incontro e lì che si sfioreranno. È fina e lei già s'incrina (già s'incrina) e l'agente segreto (segreto, segreto) come ondeggia, come ondeggia, come ondeggia Si diffonde, si diffonde, si diffonde (...onde ...onde). MADRE PENNUTA BATTISTI-MOGOL La strada che curva e l'insegna notturna. Un Tir che si ritira tutto il sole al Nadir. E alte a prua chiome d'albero e zolle che non mi arenano. Finita.. la storia e caduto l'impero di vivere dal vero ecco me di anni tre è lì che fui faraonico tra bumbe e tra rumbe tiepide. Con tante madri e il tempo un laghetto coi pesci dei giorni è il gamberetto del mio compleanno che torna lì fu molto dopo che dentro la pioggia vidi tra mille la goccia d'acqua mia prigionia. Ho visto la neve nei vetri che agitai ma agitai le finestre e mai eeh sfere da souvenir. Guidai, l'accostai e sorpassai il tempo, l'obeso in limousine. Ho usato penne più degli uccelli ma quando mai. Ho perso il sonno per scrivere solo: "Io volo" Madre pennuta il mio morbidìo mia pelle d'oca, cuscino mio il mio. Il vero è nella memoria e nella fantasia Non c'è storia e il tempo finge eeh e poi commette l'ingenuità Non cancella mai le tracce sue vuoi esser preso, arreso, inchiodato lì. Ho visto un film normale ma con un bel finale: faccia a faccia fra tutt'e due che infine uno è. Madre mia la gente che s'è alzata ma che dico la gente uno uscì EQUIVOCI AMICI BATTISTI-PANELLA Cassiodoro Vicinetti Olindo Brodi, Ugo Strappi Sofio Bulino. Armando Pende Andriei Francisco Poimò Tristo Fato, Quinto Grado Erminio Pasta. Pio Semi Ottone Testa. Salvo Croce Facoffi Borza. Aldo Ponche. Uno andò saldato uno vive all'estro uno s'è spaesato uno ha messo plancia e fa il trans-aitante uno fa le more uno sta invecchiando perché è un nobile scotch. Uno fa calzoni dai risvolti umani uno ha un solo naso uno ha mani e polsi uno è su due piedi uno è calvo a onde uno si nasconde poi non sa in che vano sta. Un viso ucciso dal pensiero Un tal con voce da uccelliera Un sostituto a sua insaputa e ho misto storie e geografie Uno per uno li ricorda l'orchestra mentre si accorda la verità viene sempre a palla dolce chi era sei tu Il maestro solitario fischietta ariette d'oblio sei tu. I dimenticati ce li ha tutti in testa gli altri sono entrati chi da sè chi dalla finestra. C'è il direttore, l'orchestra c'è apparecchiati sul buffè son mantecati i dimenticati Se il pasticcino ha un senino in sè del maraschino effetto è Uno nel rinfresco pensa "E' peggio se esco" Un altro, un altro deglutisce volentieri gradisce Non si capisce chi mangi, chi Non gli rincresce grazie sì, grazie sì. DON GIOVANNI BATTISTI-PANELLA Non penso quindi tu sei questo mi conquista. L'artista non sono io sono il suo fumista. Son santo, mi illumino ho tanto di stimmate. Segna e depenna Ben-Hur sono Don Giovanni rivesto quello che vuoi son l'attaccapanni. Poi penso che t'amo no, anzi, che strazio. Che ozio nella tournee di mai più tornare nell'intronata routine del cantar leggero l'amore sul serio e scrivi che non esisto... quaggiù che sono l'inganno. Sinceramente non tuo - sinceramente non tuo. Qui Don Giovanni, ma tu, dimmi chi ti paga? CHE VITA HA FATTO BATTISTI-PANELLA Che vita ha fatto a immaginarsela cosi, colà la vita che vita ha fatto ad aspettarsela convinta che la vita c'è. Che vita ha fatto, se torna a nascere non torna più, non sia... mai Che vita ha fatto, ha pianto a piovere e sul pendìo dello sgocciolìo lei sdrucciolò. Lei m'amò, tu l'amasti, io no I verbi... non coincidono. Che vita ha fatto, ma ben più rapida con lei duellò la vita. Che vita ha fatto metà sognandola metà in realtà se poi è realtà quel che in realtà sognò a metà. Lei m'amò, tu l'amasti, io no. I verbi la... tradirono che c'entro io? Che vita ha fatto a immaginarsela cosi, colà la vita. Come sta, come stai, come sto La voce coniugandoci s'allontanò. IL DILUVIO BATTISTI-PANELLA Dopo di noi diluvierà non spioverà, va bene. Noi la fortuna degli ombrellai Chili di liquidi dopo di noi Va bene, come vuoi. dopo di noi. Diluvierà, non spioverà Dopo di noi: il diluvio. Vittime fa l'ottima idea d'essere noi finali. Straziante d'estri tristi annegherà la più assetata arsura nel frullìo. Un ingordo gorgo umido è l'addio. Dopo di noi non spioverà Dopo di noi: il diluvio Buona l'idea del tempestìo tuona di già, stai buona. Tuona di già, stai buona. Piove con ghiaccia semplicità con truci gocce dal bel luccichìo e piove, piove, piove, siamo annaffiatoi Dopo di noi il bello verrà finche terrà l'ombrello.