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da "ilcirotano.it" del 17/05/2016
L’iniziativa è stata organizzata dalla Cgil, per discutere di politiche migratorie e spopolamento delle aree interne
I ritmi e i balli africani dei ‘Kiri dì dà’, hanno concluso la prima edizione della ‘Festa interculturale. Incontro fra popoli’, organizzata dalla Cgil Crotone e Calabria, svoltasi giovedì scorso presso il centro Sprar ‘Asilo’ del piccolo centro arbereshe. Una iniziativa che ha messo a confronto quanti, a livello locale, regionale e nazionale, lavorano e si occupano di migranti e politiche dell’accoglienza: integrazione, tutela, aree interne in via di spopolamento. Per Carmine Maio, sindaco di Carfizzi, la sua comunità merita “l’oscar dell’accoglienza”. Ed ha ragione Maio, perché, Carfizzi, paese di origini e cultura albanofona, è da circa 20 anni che accoglie immigrati. Nel 1998 ha ospitato, grazie all’Ente intermedio crotonese e alla gestione di un gruppo di volontari (primo centro di piccole dimensioni simile agli attuali che fanno parte della rete Sprar), una ventina di minori curdi non accompagnati; nel 1999 è stato protagonista dell’emergenza Kossovo, accogliendo 140 kossovari e nel 2006 avviato uno dei primi centri Sprar della provincia. Nel concludere il suo intervento il primo cittadino carfizzoto, ha chiesto al governo regionale e nazionale più risorse “per migliorare gestione e interventi, così da poter lavorare meglio e garantire un futuro migliore ai nostri ospiti”. Per il vice sindaco di Verzino, Pasqualina Chiarello, il suo comune ospita uno Sprar per minori non accompagnati, “accoglienza significa non avere paura dello straniero”. Secondo Franco Scarpelli, sindaco di San Nicola dell’Alto, altro comune di minoranza arbereshe titolare di un progetto della rete Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati, “l’accoglienza è un’esperienza importante che arricchisce”, che però va gestita e non subita. “Questi centri sono una delle cose positive della Calabria”, ha detto il segretario provinciale della Cgil Raffaele Falbo. Falbo ha anche ricordato l’esperienza di Torre Melissa, che da anni ospita una numerosa comunità di origine marocchina “ben integrata con la comunità locale, che lavora e manda i figli a scuola”. “Oggi qui ci sono circa venti nazioni in festa”, ha affermato Francesco Vizza, padrone di casa in qualità di presidente della cooperativa Agape gestore della struttura. “Carfizzi ha fatto dell’accoglienza una cultura, un valore di vita”, ha aggiunto. Quindi sono intervenuto il presidente provinciale della CRI Francesco Parisi per il quale bisogna sensibilizzare le popolazioni per “far cadere determinati steccati” e Pino De Lucia della cooperativa Agorà Kroton. Per De Lucia, che ha parlato anche della realtà Badolato, “con questi popoli dobbiamo vivere insieme. Culturalmente noi dobbiamo dare a loro e loro danno a noi”. A concludere la manifestazione il segretario generale della Cgil Emilia Romagna, Vincenzo Colla che condivide il modello degli Sprar e “come sindacato vogliamo portare avanti perché il fenomeno delle migrazioni non si gestiscono con un commissario ma con il territorio” e Gianna Fracassi della segreteria nazionale della Confederazione generale del lavoro, che ha elogiato il livello di accoglienza presente nel crotonese “decisamente più elevato che in altre parti del Paese”, ma, per parlare di inclusione sociale per i tanti uomini e donne che arrivano in Italia, bisogna parlare di lavoro, “inclusione e lavoro, significa dare una speranza a chi vive in questa terra”, ha concluso. Tra i presenti: il segretario regionale Cgil, Michele Gravano, il segretario Spi Crotone, Nicodemo Iacovino, amministratori comunali, cittadini, ma soprattutto gli ospiti e operatori degli Sprar di Carfizzi, San Nicola dell’Alto, Verzino e Savelli.
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