"Io "pellegrino" sul Cammino di Santiago de Compostela"

   "Io "pellegrino" sul Cammino di Santiago de Compostela" è il titolo di un diario sintetico che racconta le esperienze più importanti vissute durante il cammino del più famoso percorso riservato ai pellegrini. L'autore è Giuseppe Basta (conosciuto semplicemente come Pino), vigile urbano a Carfizzi, residente a San Nicola dell'Alto. 
  Pino ha voluto fortemente vivere questa bellissima esperienza. Era un tarlo che lo perseguitava da anni, da quando un suo amico, reduce dal recente viaggio, lo ha messo al corrente del "Cammino" e con il quale da lì a qualche mese l'avrebbe percorso insieme. Varie vicissitudini hanno impedito al suo amico di potervi partecipare. Così, dopo qualche anno, quasi all'insaputa di tutti, decide di partire da solo, il 7 settembre 2015, giorno del suo 61esimo compleanno, scegliendo il percorso francese, quello più duro, quello spaccaginocchia, soprattutto nella discesa dei Pirenei, dove in 3 km, si percorre un dislivello di 800 metri. Ma la paura più forte Pino la prova nel corso della seconda tappa, dopo appena 50 km dei quasi 800 del percorso. Un piede in fallo provoca una distorsione alla caviglia, ciò costringe Pino a salutare gli occasionali compagni di viaggio e proseguire solitario e con la caviglia dolorante il suo cammino. E' quasi sera quando raggiunge i suoi compagni che, intanto, gli avevano riservato il posto in albergo. Ma la caviglia si era gonfiata, Pino non nasconde la sua disperazione, la paura di doversi risvegliare da un bellissimo sogno, di deludere gli amici che gli avevano affidato le preghiere da portare a San Giacomo o, bene che andasse, di non poter terminare il Cammino nei giorni di ferie a disposizione. Il giorno dopo, avendo un passo diverso, a malincuore, si congeda dai suoi compagni e, con l'uso di pomate e l'aiuto di un bastone riprende il viaggio. La caviglia dolorante non lo ferma, prosegue il suo cammino con dolore per molte tappe ancora.
  Questo è Pino, uomo dinamico e inflessibile, che non si arrende finché c'è un filo di speranza. Infatti, il suo essere zelante e voglioso di nuove esperienze lo ha portato ad intraprendere questo cammino. Era talmente affascinato dall'esperienza che stava vivendo che niente gli avrebbe impedito di percorrerla. Il motivo religioso, che spesso accompagna i pellegrini, per Pino era piuttosto marginale, si limitava alla lista delle preghiere ricevuta dai suoi amici. Ma non nasconde di aver scomodato San Giacomo per chiedergli di proseguire il cammino dopo l'episodio della caviglia.
  Si dice che il Cammino cambia le persone e spesso in negativo, questo gli aveva detto un suo amico prima di partire, mettendolo in guardia. Se questo è vero, con Pino non ha funzionato. Non è cambiato, ma si è arricchito di una validissima esperienza. Il cammino gli ha permesso di incontrare persone di ogni età e molte nazionalità, non ha avuto alcuna difficoltà di socializzazione e comunicazione. Il Cammino è una specie di confessionale, ognuno racconta la sua esperienza e motivazione del viaggio. Oltre ai bellissimi paesaggi percorsi e che Pino racconta benissimo nel suo diario, l'esperienza che l'ha arricchito di più è senz'altro quella umana. Ciò ha spinto Pino, appena arrivato in Calabria, a mettere insieme i suoi appunti e scrivere questo diario. Pino vuole raccontare la sua esperienza a 360 gradi e, nel farlo, riesce a coinvolgere il lettore. E' lo scopo principale di questa pubblicazione. Infatti, questo diario, scritto in maniera semplice e scorrevole, trasmette al lettore la voglia di affrontare questa esperienza indimenticabile. E' la stessa sensazione che si prova quando ti racconta di persona i vari episodi, quando le proprie emozioni fuoriescono dai suoi occhi lucidi. Pino consiglia ed augura, a chiunque abbia la possibilità, di provare questa particolare ed unica esperienza.

Celeste Basta

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