’LA FESTA DEL RITORNO’ SCENA CLOU A CARFIZZI

da "ILCROTONESE.IT" del 20 maggio 2022

Padre e figlio felici intorno al grande falò. Il libro di Abate si fa film.

La storia, molto biografica, dell’emigrazione dello scrittore Carmine Abate, che è poi la storia di tante famiglie calabresi e del Sud degli anni 70’, sospesa tra le assenze e i ritorni inquietati dal pensiero della ripartenza, sarà presto un film.

Sono in corso, tra Carfizzi e Cirò, le riprese del film “La festa del ritorno”, tratto dall’omonimo romanzo, storia di chi parte lontano ma resta fedele alle sue radici, che porta a guardare all’emigrazione come ferita, ma anche come occasione per riconoscere la bellezza di un Sud troppo spesso bistrattato, ma profondamente autentico nella bellezza incontaminata dei paesaggi e dei legami affettivi, valori purtroppo apprezzati nella maggior parte dei casi quando conditi da nostalgia.

Una storia pubblicata nel 2004 da Mondadori, che ha guadagnato ad Abate grandi consensi, oltre che diversi premi, tanto da consacrarlo tra i grandi scrittori, basti pensare che il testo è stato tradotto e pubblicato anche in america e in Giappone. Ricordiamo l’entrata nella selezione Campiello, che poi vinse, il premio Napoli e il premio Alvaro.

Ed è proprio a Carfizzi, piccolo comune arberesche della provincia di Crotone, terra natia dello scrittore, oltre che a Cirò e nei territori di altri comuni dell’entroterra crotonese come Torre Melissa, Crucoli e Verzino, che si stanno svolgendo le riprese per la regia di Lorenzo Adorisio, originario di Cirò, e la coproduzione italo-francese (Albra produzioni per l’Italia e Gorilla Group Leon Film per la Francia in collaborazione con il ministero della Cultura).

Le riprese avranno la durata di cinque settimane, quattro in Calabria e una in Francia, paese in cui visse l’esperienza migratoria proprio il padre dello scrittore, figura emblematica nel romanzo, capace di incarnare pienamente la figura del capo famiglia emigrante, ancora oggi attuale soprattutto per una terra che dopo l’emigrazione è arrivata negli anni 2000 a conoscere l’immigrazione di uomini, donne e bambini provenienti da Oriente, dando vera testimonianza di accoglienza.

Il rapporto di un padre che parte e di un bambino che resta ad aspettarlo con speranza, protagonista del racconto, simbolo di una Calabria che si riscopre incancellabile nel cuore e resta un richiamo ad un’identità che ci si porterà dietro per sempre con il suo bagaglio di valori e passioni, ma anche l’amicizia pura, i legami con i paesaggi, i sapori e gli odori saranno interpretati e raccontati da un cast di attori quasi tutti calabresi: l’attore crotonese Carlo Gallo, Alessio Praticò, Anna Maria De Luca, Annalisa Insardà, Federica Sottile e per la prima volta sullo schermo il piccolo Daniele Procopio nei panni del protagonista. Sono al 95% di Carfizzi le comparse, ci saranno scene infatti profondamente connesse all’identità di Carfizzi: le processioni, il fuoco di Natale... E comparirà, in un cammeo anche lo stesso scrittore ad interpretare l’amico di quel padre tanto amato e lontano perché strappato dall’emigrazione.

Proprio martedì 17 maggio a Carfizzi è stata girata la scena con Abate, davanti al fuoco di Natale, quando tutto il paese e lo stesso scrittore hanno indossato abiti degli anni Settanta.

“Non posso negare - racconta Abate dopo le riprese - che c’è molto di biografico, ma ovviamente non è la storia autentica della mia famiglia, è romanzata per raccontare la storia di molte famiglie come la mia. Mio padre emigrò in Germania quando avevo 4 anni. Tornò con la speranza di trovare lavoro in paese e poi fu costretto a ripartire per la Francia. Era un agricoltore che si trovò a soffrire lavorando in miniera, lavoro che poi abbandonò per lavorare in alcuni cantieri. Chi è abituato a vivere all’aria aperta non accetta di poter morire sotto terra”. Non è un caso che il libro di Abate fu scelto tra i migliori libri in occasione dei 100 anni della Cgil.

“È molto biografico - prosegue Abate - il racconto del fuoco di Natale, l’aspetto che tra l’altro ricordo con più piacere della mia infanzia, ci andavo sulle spalle di mio padre e guardavo con gli occhi da bambino quelle scintille e la cenere che cadeva su di noi come neve. Per questo durante le riprese mi sono veramente emozionato vedendo il dialogo intenso tra il bambino protagonista e il padre, il loro abbraccio. Posso dire di essermi emozionato come quando lo scrissi”.

“C’è di biografico in questo romanzo che diventa film - continua Abate - anche la figura del cane Spertina, il mio migliore amico di infanzia, il mio angelo custode, che comparirà nel film. Quando papà tornava dalla Francia, probabilmente perché sentiva parlare noi era anche lui pronto ad attenderlo: lo aspettava il giorno dell’arrivo ancora prima di noi davanti al bar Viola, che ancora oggi esiste a Carfizzi”.

Presente sul set delle riprese il Commissario straordinario della Fondazione Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande, che nell’occasione ha incontrato regista, scrittore e attori.

Le sceneggiature sono di Gualtiero Rosella e Manuela Tovo, “grandi professionisti - li definisce Abate - che sono certo riusciranno a render onore alla bellezza di paesaggi meravigliosi e incontaminati visti attraverso gli occhi del piccolo Marco, il protagonista”. A fare da scenario ci saranno infatti boschi, laghetti, ruscelli e antiche mulattiere dell’entroterra crotonese, mentre le scene al mare saranno girate a Cirò Marina. “Un film - dice Abate con orgoglio - che racconta il territorio crotonese”.

LA PELLICOLA A FIRMA DEL REGISTA LORENZO ADORISIO ORIGINARIO DI CIRÒ È UNA COPRODUZIONE ITALO-FRANCESE LE RIPRESE AVRANNO IN TUTTO LA DURATA DI CINQUE SETTIMANE, QUATTRO IN CALABRIA E UNA IN FRANCIA

ANGELA DE LORENZO

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