HI-FI
Un'ora di relax con l'alta fedeltà
Le luci basse per cominciare
Un posto comodo la cuffia stereo
Il disco ha fatto pochi giri e già
Si insinua il piacere
Hi-fi
Una canzone nuova un nuovo trentatre
Parole e musica da assaporare
Chitarra elettrica chitarra acustica
E un batterista che ci sa fare
Si sente proprio che si vuol divertire
Conosce bene il suo strumento e sa
Come farti godere
Hi-fi
La melodia fa miracoli si sa
Hi-fi
Basso profondo e asciutto piano che guida tutto
Un'eco strano per riscaldare il suono
L'organo mugola la voce miagola
E la sequenza non accenna a fermare
Il movimento deve continuare
Il giro magico non si può spezzare
E lentamente a poco a poco aumenta
Sempre più il piacere
Hi-fi
Hi-fi
Hi-fi
Hi-fiHi-fi
Se lo desideri tu lo rimettiamo su
Per me è una gioia assecondare i tuoi grilli
Delizie di un pomeriggio un poco ipnotico
Pieno di fragole pesche ciliegie e mirtilli
Hi-fi
La melodia fa miracoli si sa
Hi-fi.
HO UN HANNO DI PIÙ
Ma che cosa è cambiato dopo che ti ho incontrato?
Direi non molto!
Ma che cosa è restato dopo che ti ho amato? Direi
non molto.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Io giocavo a pallone sono il solito scarpone,
ancora gioco
E per fare impressione, sai che imitavo il pavone,
ancora gioco.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Il mio vecchio editore l'ho sempre fatto arrabbiare
lavoravo poco
Ora è quasi contento, dice che scrivo con più
sentimento, lavoro troppo.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu.
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu. Ho un
anno di più...
Ma che cosa è cambiato dopo che ti ho incontrato
direi non molto
Ma che cosa è restato dopo che ti ho amato? Direi
non molto.
Un anno di più, un anno di più... un anno di più...
Ho un anno di più e qualcosa in meno, tu. ..
I GIARDINI DI MARZO
Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati
al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti
io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti
All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
e alla sera al telefono tu mi dicevi perché non parli
Che anno è che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
e le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori
camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti "tu muori
se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori"
ma non una parola chiarì i miei pensieri
continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri
Che anno è che giorno è
questo è il tempo di vivere con te
le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima
in fondo all'anima cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore amor per te
fiumi azzurri e colline e praterie
dove corrono dolcissime le mie malinconie
l'universo trova spazio dentro me
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è
I RITORNI
E da quel punto in poi
sentimmo sotto di noi
svolgersi il sentimento,
largo e intento
ad una tutta sua meditazione,
non curante
che sopra la sua pelle si ballasse.
Le foglie coi barattoli, le casse
con i tronchi senza cuore.
E lo scandaglio calava dalle prore,
poi ritornava su
chiedendosi "Perché, perché ritorno?".
È sempre per prova che
sulle labbra torna
la parola "amore",
per prove d'esercizio
perché si sa che poi non si sa mai
che potrebbe tornare utile.
Tornare, per raccontare
il furore e il gelo
delle notti aurore.
Bianca e assai provata,
scampata per un pelo per poter ritornare,
come dalle crociate, a un futile
sopravvissuto a tutto,
che ritorna più utile che vivo,
quindi innamorato ancora.
E torna, torna, lei gli ha detto torna
ed era una bambina, finalmente,
e gli diceva torna.
Abbiamo un solo limite:
l'amore che ci divide.
Come la ragione,
perché con la ragione
si sopravvive a tutto,
si distrugge il distrutto,
ricostruendo a intarsi la copia fedele
dell'innamorarsi,
e un tassello alla fine
o è dell'uno o è dell'altro.
E i sogni si allontanano
come i cavalli scossi,
caduti i sognatori;
bocconi tra le fragole, ma
più dolci e più rossi,
ridotti a violenti spifferi.
E docili incompetenti
nella lotta incerta
tra il ridire e il fare
l'amore colloquiale.
E lei continua a dirsi:
"Si sopravvive a tutto per innamorarsi".
Amarsi è questo: escludere
d'essere i soli al mondo,
i soli ad esser soli amando,
sterminandola l'invincibile armata
I SACCHI DELLA POSTA
Fiera, sommessa, repentina, breve
l'estensione variabile dei piedi,
l'andatura, l'adagio, lo svelto,
l'incedere e il procedere.
Poi le scarpe sono la precisa
espressione del viso,
andare passo passo, fare moto,
per correre e agitarsi molto poco
appena in tempo per
la messa cantata
un altro po'.
Ed il treno era partito,
svoltato l'angolo,
aggirato il monumento,
lungo le mura, rasente la barriera,
di sotto il porticato,
sfiorando la ringhiera,
la spalletta, la spalletta sul fiume.
Le scale, sulle scale, le scale,
da un sarto senza manica sinistra,
dall'ebanista discutendo se si possa
chiamare diceria, il capriccio
della cornice.
Perché non scende e uno,
perché non sale e due,
i sacchi della posta,
questa è l'ora,
quasi da soli saltano,
sugli sbarcatoi.
I quarti di buesse sanguinose,
soggiogano ragazzi incappucciati,
gli appuntamenti sono plateali:
vedi venirsi incontro due vocali.
I cagnolini vanno avanti al trotto,
i cani grossi hanno scontri di botto,
col non si sa che sia col non si sa.
I minutini, gli attimi, gli instanti
tengono a bada tutti tutti quanti,
ma le mezz'ore perse sono già funeste,
son teste emerse e rifugiate leste,
nelle finestre, nelle finestre.
A prima vista tutto è secondario,
poi le scarpe sono la precisa volontà del viso,
cominciano i miraggi: atti notori,
col nastrino in gola,
fanno i graziosi mentre fan la spola.
Patenti a fisarmonica, a soffietto
hanno da dire e da ridire su tutto,
licenze ancheggiatrici
fanno adescamento;
quindi i certificati sono
pellirossa tutti lustrati.
Arrivederci ed uno
a risentirci e due,
le parti per il corpo articolato,
si piegano, si snodano polpose,
e succulente ossee nervose.
Il ginocchio, il polso, l'anca, il pennone,
intorno al quale il muscolo fa vela;
lo zigomo, la tempia, il metatarso;
poi le scarpe,
con i lacci o senza;
la faccia, arrivederci arrivederci.
IL DILUVIO
Dopo di noi diluvierà
non spioverà, va bene
Noi la fortuna degli ombrellai
Chili di liquidi dopo di noi
Va bene, come vuoi, dopo di noi
Diluvierà, non spioverà
Dopo di noi: il diluvio
Vittime fa l'ottima idea
d'essere noi finali
Straziante d'estri tristi annegherà
la più assetata arsura nel frullio
Un ingordo gorgo umido è l'addio
Dopo di noi: non spioverà
Dopo di noi: il diluvio
Buona l'idea del tempestio
tuona di già, stai buona
Tuona di già, stai buona
Piove con ghiaccia semplicità
con truci gocce dal bel luccichio
e piove, piove, piove, siamo annaffiatoi
Dopo di noi
il bello verrà
finché terrà
l'ombrello
IL DOPPIO DEL GIOCO
Son lenti affluenti
i suoi pianti a dirotto
Son diamanti striscianti
che il silenzio hanno rotto
La vetrina con acqua è lei
che si incrina e che sbrina via
Ride a fiore del pianto
come piove contro sole
Giura in concreto di non fare mai
più l'agente segreto
Ed io mai che lo sospettai
fosse un'altra o due o sei
che il doppio giocò se scherzai con lei
E ne parlò, certo che ne parlò
e che saziò i gusti di chi
vide o intuì non visto
gli opposti su un ponte e brume
su un fiume con molte schiume
L'ha sempre saputo
e l'ha sempre ignorato
ed il doppio del gioco
l'ha molto moltiplicato
Ed io mai che lo sospettai
quante volte con lei scambiai
Me ne parlò, spesso me l'indicò
"Li vedi, stanno scambiando
C'è un centro sopra il ponte
E loro si vanno incontro
È lì che si sfioreranno"
È fina e lei già s'incrina
(già s'incrina già s'incrina)
È l'agente segreto (segreto, segreto)
come ondeggia come ondeggia come ondeggia
si diffonde si diffonde si diffonde
(onde, onde)
IL LEONE E LA GALLINA
La gallina coccodé
spaventata in mezzo all'aia
fra le vigne e il cavolfiore mi sfuggiva gaia
penso a lei e guardo te
che già tremi perché sai
che fra i boschi o in mezzo ai fiori
presto mia sarai
Arrossisci finché vuoi corri fuggi se puoi
ma a non servirà ma a non servirà
C'era un cane un po' barbone
che legato alla catena
mi ruggiva come un leone ma faceva pena
Penso a lui e guardo me
che minaccio chissà ché
mascherato da leone ma ho paura di te
Arrossisci tu che puoi
io ruggisco se vuoi
Ma a cosa accadrà ma a cosa accadrà
Sono io che scelgo te
o sei tu che scegli me
sembra quasi un gran problema ma il problema non
c'è
Gira gira la gran ruota
e la terra non è vuota
ad ognuno la sua parte saper vivere è un arte
arrossisci finché vuoi corri fuggi se puoi
ma non servirà ma non servirà
IL MIO CANTO LIBERO
In un mondo che
non ci vuole più
il mio canto libero sei tu
E l'immensità
si apre intorno a noi
al di là del limite degli occhi tuoi
Nasce il sentimento
nasce in mezzo al pianto
e s'innalza altissimo e va
e vola sulle accuse della gente
a tutti i suoi retaggi indifferente
sorretto da un anelito d'amore
di vero amore
In un mondo che - Pietre un giorno case
prigioniero è - ricoperte dalle rose selvatiche
respiriamo liberi io e te - rivivono ci chiamano
E la verità - Boschi abbandonati
si offre nuda a noi e - perciò sopravvissuti vergini
e limpida è l'immagine - si aprono
ormai - ci abbracciano
Nuove sensazioni
giovani emozioni
si esprimono purissime
in noi
La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore
E riscopro te
dolce compagna che
non sai domandare ma sai
che ovunque andrai
al fianco tuo mi avrai
se tu lo vuoi
Pietre un giorno case
ricoperte dalle rose selvatiche
rivivono
ci chiamano
Boschi abbandonati
e perciò sopravvissuti vergini
si aprono
ci abbracciano
In un mondo che
prigioniero è
respiriamo liberi
io e te
E la verità
si offre nuda a noi
e limpida è l'immagine
ormai
Nuove sensazioni
giovani emozioni
si esprimono purissime
in noi
La veste dei fantasmi del passato
cadendo lascia il quadro immacolato
e s'alza un vento tiepido d'amore
di vero amore
e riscopro te
IL MONOLOCALE
Io tutti i giorni compero il giornale
non solo per il cinema e lo sport
ma anche per cercar monolocale sia
pure senza tutti i comfort
perché voglio portarti in una casa
e dentro a un letto vero insieme a me…
Mi vien da piangere: vendesi
e tot milioni per anticipo
soltanto vendesi, vendesi mi sembra quasi impossibile
Io non ti ho detto ancora che mio zio
l'appartamento non lo presta più
lui ha vergogna della portinaia
non posso fargli certo un occhio blu
mi spiace tanto amore senza casa,
mi spiace soprattutto sai per te…
maledettissimo zio taccagno ingrato ed ipocrita
son tutti vendesi, vendesi,
nemmeno un buco per affittasi
Tu sei gentile ma per me è un'offesa
approfittare ancor di casa tua
dover mandar tua madre a far la spesa
per abbracciarti un po' e sentirti mia.
Vorrei abbracciarti sempre amore caro
restare a lungo solo insieme a te…
Mi vien da piangere: vendesi
mi sembra quasi impossibile
purtroppo vendesi, vendesi
un sogno in fondo tanto semplice
vendesi, vendesi mi sembra quasi impossibile
purtroppo vendesi, vendesi
un sogno in fondo tanto semplice
Un mazzo di fiori le tende i colori
un bianco divano io seduto con te
Il sole al mattino a letto vicino
e dopo l'amore beviamo un caffè
IL NOSTRO CARO ANGELO
La fossa del leone
è ancora realtà
uscirne è impossibile per noi
è uno slogan falsità
Il nostro caro angelo
si ciba di radici e poi
lui dorme nei cespugli sotto gli alberi
ma schiavo non sarà mai
Gli specchi per le allodole
inutilmente a terra balenano ormai
come prostitute che nella notte vendono
un gaio cesto d'amore che amor non è mai
Paura e alienazione
e non quello che dici tu
le rughe han troppi secoli oramai
truccarle non si può più
il nostro caro angelo
è giovane lo sai
le reti il volo aperto gli precludono
ma non rinuncia mai
cattedrali oscurano
le bianche ali bianche non sembran più
Ma le nostre aspirazioni il buio filtrano
traccianti luminose gli additano il blu
IL SALAME
Alzati in punta di piedi.
Appoggiati contro di me.
Fra un anno io vado a scuola.
Dopo mi sposo con te.
Non ti interessa - ma non capisci niente, tu.
Scema!
E' bello stare solo noi,
che già ci conosciamo.
Non senti niente? Neanch'io.
Baciami, toccami qua...
Profumi buono, mio Dio!
Ma dimmi come si fa?
Fa niente, vieni... Apriamo il frigo,
dai, sì dai, ho fame!
Urca! Guarda cosa c'è:
il salame.
IL TEMPO DI MORIRE
Motocicletta
dieci HP
tutta cromata
è tua se dici si
mi costa una vita
per niente la darei
ma ho il cuore malato
e so che guarirei
Non dire no
non dire no
non dire no
non dire no
io so che ami un altro
ma che ci posso fare
io sono un disperato
perchè ti voglio amare
perchè ti voglio amare
perchè ti voglio amare
perchè ti voglio amare
stanotte, adesso, sììììììì
mi basta il tempo di morire
fra le tue braccia così
domani puoi dimenticare
ma adesso dimmi di sì
Non dire no
non dire no
non dire no
prendi tutto quel che ho
mi basta il tempo di morire
fra le tue braccia così
domani puoi dimenticare, domani
ma adesso, adesso dimmi di si
IL VELIERO
Il veliero va
e ti porta via,
in alto mare e già sei meno mia.
Inevitabile oramai,
ma come faccio a immaginare che sarai
di un altro uomo!
Il veliero va
e mi porta via,
spumeggiando va,
è giusto e sia.
Ma mi domando come può
il mio destino fare in modo che sarò
di un'altra donna!
Il veliero va,
tutti quanti su,
prua al mare va non torna più!
Lo smarrimento vince sempre lui,
mamma paura come sempre non lasci mai
i figli tuoi!
IL VENTO
Cara,
son le otto del mattino
e tu ancora stai dormendo,
ho già fatto le valigie
e adesso sto scrivendo
questa lettera per te,
ma non so che cosa dire
è difficile spiegare
ma fra poco me ne andrò
e mai più ritornerò
io ti lascio sola.
Eeh! Quando s'alza il vento,
Eeh! Quando s'alza il vento.
Nooo! Più fermare non si può
dove vado non lo so,
quanto male ti farò.
Eeeh..
No! Non ti svegliare mai,
oh no no no oh.
Cara,
le mie mani stan tremando
i miei occhi stan piangendo
a me sembra di strappare
qualche cosa dentro me
e vorrei gridare:"No.. oh!"
ma se guardo quella porta
io la vedo già aperta
ed ho voglia di fuggire
di lasciare dietro me
tutto quanto insieme a te,
di partire solo.
Eeh! Quando s'alza il vento,
Eeh! Quando s'alza il vento.
Nooo! Più fermare non si può
dove vado non lo so,
quanto male ti farò.....
Eeh! Quando s'alza il vento,
Eeh! Quando s'alza il vento.
Noooo! Non ti svegliare mai - quando s'alza il vento
Non ti svegliare mai - quando s'alza il vento
No! Non ti svegliare mai - quando s'alza il vento
No! Non ti svegliare mai - yeahhhhh...
INNOCENTI EVASIONI
Che sensazione di leggera follia
sta colorando l'anima mia
immaginando preparo il cuscino
qualcuno
è già nell'aria qualcuno
sorriso ingenuo e profumo
Il giradischi le luci rosse e poi
champagne ghiacciato e l'avventura può iniziare ormai
accendo il fuoco e mi siedo vicino
qualcuno
stasera arriva qualcuno
sorrido intanto che fumo
Ma come mai tu qui stasera
ti sbagli sai non potrei
non aspettavo ti giuro nessuno
Strana atmosfera
ma cosa dici mia cara
non sono prove no no no
un po' di fuoco per scaldarmi un po'
e poca luce per sognarti no!
Siediti qui accanto anima mia
ed abbandona la tua gelosia se puoi
combinazione ho un po' di champagne
se vuoi amore
come sei bella amore
sorridi e lasciati andare
Chi può bussare a quest'ora di sera?
sarà uno scherzo un amico e chi lo sa
no non alzarti chiunque sia si stancherà
amore
come sei bella amore
ho ancora un brivido in cuore
INSIEME A TE STO BENE
Che cosa vuoi da me
cosa pretendi da me
Se è giusto non lo so
elementare sì o no
La donna è donna e tu una donna sei
che importa cosa fai
resta qui con me finchè vuoi
che da mangiare c'è
Insieme a te sto bene
fra le tue braccia così
adesso non parlare
anch'io sai
non ho avuto più di quel che tu mi dai
Tu prima eri sola
il tempo corre e vola
oh non spiegarmi chi sei perchè
vai sempre bene per me
La donna è donna e tu una donna sei
che importa cosa fai
resta qui con me finchè vuoi
che freddo non avrai mai
IO GLI HO DETTO NO
Ma io gli ho detto no
e adesso torno a te
con le miserie mie
con le speranze nate morte che
io non ho più il coraggio
di dipingere di vita
a cercar calore un'altra volta
ancora fra le braccia tue
scordando il già scordato
color di mille lire.
Ma io gli ho detto no!
E adesso resta no!
Anche se chi paga di più sei tu
dolcissima mia madre - amica - sposa e donna mia,
orgoglio e poi
vergogna di me stesso.
Ma io non vado via!
IO TI VENDEREI
Io ti venderei,
io ti venderei
se potessi farlo
con un'altra donna ti baratterei
e invece io padre fratello
amico profondo sarò.
Paure sbagliate
commedie già date rivivrò.
Ah sopra i mari d'Africa.
Ah! La mia vela atlantica.
La stessa che hai in mente tu,
stupida.
Io ti venderei,
io ti venderei.
E mai più problemi
senza soluzioni io mi creerei
e invece io resto sul molo
a guardare lo sfondo del mare più in là
e affido ai gabbiani
i paesi lontani
e il profumo di una vita che non sarà.
Ah l'Oceano Pacifico.
Ah! La mia vela candida.
La stessa che hai in mente tu,
stupida.
IO VIVRÒ (senza te)
Io vivrò senza te
anche se ancora non so
come io vivrò
Senza te, io senza te
solo continuerò e dormirò
mi sveglierò, camminerò
lavorerò, qualche cosa farò
qualche cosa farò, si, qualche cosa farò
qualche cosa di sicuro io farò: piangerò
io piangerò
Senza te, senza te, senza te, senza te,
io senza te solo continuerò
io dormirò, mi sveglierò
camminerò, lavorerò
qualche cosa farò qualche cosa farò
sì qualche cosa di sicuro io farò,
piangerò, io piangerò
Sì piangerò, io, piangerò ....
IO VORREI…NON VORREI…MA SE VUOI
Dove vai quando poi resti sola
il ricordo come sai non consola
Quando lei se ne andò per esempio
Trasformai la mia casa in tempio
E da allora solo oggi non farnetico più
a guarirmi chi fu
ho paura a dirti che sei tu
Ora noi siamo già più vicini
Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio
arginare il mare
anche se non voglio
torno già a volare
Le distese azzurre
e le verdi terre
Le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto
Dove vai quando poi resti sola
senza ali tu lo sai non si vola
Io quel dì mi trovai per esempio
quasi sperso in quel letto così ampio
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei
io la morte abbracciai
ho paura a dirti che per te
mi svegliai
Oramai fra di noi solo un passo
Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio
arginare il mare
anche se non voglio
torno già a volare
Le distese azzurre
e le verdi terre
le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto
LA BELLEZZA RIUNITA
Mi apparisti vestita
e più partita da me
più che tu non lo fossi.
Misurarti la vita
mi pare proprio che sia
tutto quello che posso.
La bellezza riunita
ha più difesa di sé
mi dicesti "sospira"
come chi si ritrae con il dito chiedendo silenzio.
La totale pienezza di te
dal mio braccio destro si disincagliava e calava
nell'ansa
del sinistro mista alle piegature
e declinava di te
in te stessa
l'attività assoluta.
Era una lotta
contro la natura
che è dimessa al vento
succube alla furia
ma tu non soccombevi
eri impennata
sulla tua forma finita e creata.
E la tua finitezza superavi sapendo di te stessa
non solo di convessa di concava di cava
umana bell'umana e la realtà finiva.
E il vero cominciava certo imbruniva
ma imbruniva fuori
all'interno i colori
erano luci spente
umiliate dalla tua bocca ponente.
Un pò si vedeva
soltanto quello che può
perdonare la vista
e scoprire le gambe
fu qui la tua miglioria
per distinguere meglio.
Ogni tuo gesto è compreso
in tutto quello che sa
di te stessa quel gesto.
LA CANZONE DEL SOLE
Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi
le tue calzette rosse.
E l'innocenza sulle gote tue
due arance ancor più rosse.
E la cantina buia dove noi
respiravamo piano
e le tue corse l'eco dei tuoi no,
oh no! mi stai facendo paura.
Dove sei stata cos'hai fatto mai?
Una donna, donna dimmi
cosa vuol dir sono una donna ormai.
Ma quante braccia ti hanno stretto tu lo sai
per diventar quel che sei
che importa tanto tu non me lo dirai
purtroppo.
Ma ti ricordi l'acqua verde e noi,
le rocce, bianco il fondo
di che colore sono gli occhi tuoi,
se me lo chiedi non rispondo.
O mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me
O mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me.
Le biciclette abbandonate sopra il prato e poi,
noi due distesi all'ombra,
un fiore in bocca può servire sai
più allegro tutto sembra
e d'improvviso quel silenzio fra noi
e quel tuo sguardo strano,
ti cade il fiore dalla bocca e poi,
oh no ferma, ti prego, la mano.
Dove sei stata cos'hai fatto mai?
Una donna, donna, donna dimmi
cosa vuol dir sono una donna ormai.
Io non conosco quel sorriso sicuro che hai
non so chi sei, non so più chi sei
mi fai paura oramai
purtroppo.
Ma ti ricordi le onde grandi e noi
gli spruzzi e le tue risa
Cos'é rimasto in fondo agli occhi tuoi
la fiamma é spenta o é accesa?
O mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me
O mare nero, o mare nero, o mare ne...
tu eri chiaro e trasparente come me.
No, il sole quando sorge sorge piano e poi
la luce si diffonde tutto intorno a noi
le ombre ed i fantasmi della notte
sono alberi e cespugli ancora in fiore
sono gli occhi di una donna ancora pieni d'amore.
LA CANZONE DELLA TERRA
Al ritorno dalla campagna,
al ritorno dalla campagna,
prima cosa voglio trovare il piatto pronto da mangiare
e il bicchiere dove bere;
(prima cosa voglio trovare il piatto pronto da mangiare
e il bicchiere dove bere)
Al ritorno dalla campagna,
al ritorno dalla campagna,
seconda cosa voglio parlare di tutte le cose che ho da dire
e qualcuno deve ascoltare;
(seconda cosa voglio parlare di tutte le cose che ho da dire
qualcuno deve ascoltare.
Donna mia devi ascoltare!
(Donna mia devi ascoltare!)
Terza cosa quando ho finito presto a letto voglio andare,
subito a letto voglio andare
(Na na na… subito a letto voglio andare!)
E fra la seta della carne tua mi voglio avvolgere fino a mattina
mi voglio avvolgere fino a mattina
e donna senza più nessun pudore
puledra impetuosa ti voglio sentire
puledra impetuosa ti voglio sentire
Al risveglio alla mattina
quando il gallo mi apre gli occhi alle quattro di mattina
prima cosa polenta a fette e nell'aria voglia sentire
il profumo del caffelatte.
Al risveglio alla mattina.
Al risveglio alla mattina.
Seconda cosa acqua e sapone fatto tutto molto presto
colazione dentro al cesto!
E poi la vanga la terra e il sole
l'ombra del pino è quel che ci vuole
e il desiderio che sale al ritorno
dopo che ancora rimuore il giorno
dopo che ancora rimuore il giorno.
LA COLLINA DEI CILIEGI
E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante
cancella col coraggio quella supplica dagli occhi
troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante
e quasi sempre dietro la collina è il sole
Ma perché tu non ti vuoi azzurra e lucente
ma perché tu non vuoi spaziare con me
volando contro la tradizione
come un colombo intorno a un pallone
frenato e con un colpo di becco
bene aggiustato
forato e lui giù giù giù
e noi ancora ancor più su
planando sopra boschi di braccia tese
un sorriso che non ha
né più un volto né più un'età
e respirando brezze che dilagano su terre senza limiti e confini
ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini
e più in alto e più in là
se chiudi gli occhi un istante
ora figli dell'immensità
Se segui la mia mente se segui la mia mente
abbandoni facilmente le antiche gelosie
ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti
le anime non hanno sesso né sono mie
Non non temere tu non sarai preda dei venti
ma perché non mi dai la tua mano perché
potremmo correre sulla collina
e fra i ciliegi veder la mattina che giorno è
E dando un calcio ad un sasso
residuo d'inferno e farlo rotolar giù giù giù
e noi ancora ancor più su
planando sopra boschi di braccia tese
un sorriso che non ha
né più un volto né più un'età
e respirando brezze che dilagano su terre senza limiti e confini
ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini
e più in alto e più in là
ora figli dell'immensità
LA COMPAGNIA
Mi sono alzato
mi son vestito
e sono uscito solo solo per la strada
Ho camminato a lungo senza meta
finché ho sentito cantare in un bar
finché ho sentito cantare in un bar.
Canzoni e fumo
ed allegria
io ti ringrazio sconosciuta compagnia.
Non so nemmeno chi è stato a darmi un fiore
Ma so che sento più caldo il mio cuor
So che sento più caldo il mio cuor
Felicità.
Ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già
Tristezza va
una canzone il tuo posto prenderà
Abbiam bevuto
e poi ballato
è mai possibile che ti abbia già scordato?
Eppure ieri morivo di dolore
ed oggi canta di nuovo il mio cuor
oggi canta di nuovo il mio cuor.
Felicità
Ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già
Tristezza va
una canzone il tuo posto prenderà.
LA LUCE DELL'EST
La nebbia che respiro ormai
si dirada perché davanti a me
un sole quasi bianco sale ad est
La luce si diffonde ed io
questo odore di funghi faccio mio
seguendo il mio ricordo verso est
Piccoli stivali e sopra lei
una corsa in mezzo al fango e ancora lei
poi le sue labbra rosa e infine noi
Scusa se non parlo ancora slavo
mentre lei che non capiva disse bravo
e rotolammo fra sospiri e "da"
Poi seduti accanto in un'osteria
bevendo un brodo caldo che follia
io la sentivo ancora profondamente mia
Ma un ramo calpestato ed ecco che
ritorno col pensiero.
E ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me
A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.
Le foglie ancor bagnate
lascian fredda la mia mano e più in là
un canto di fagiano sale ad est
qualcuno grida il nome mio
smarrirmi in questo bosco volli io
per leggere in silenzio un libro scritto ad est
Le mani rosse un poco ruvide
la mia bocca nell'abbraccio cercano
il seno bianco e morbido tra noi
Dimmi perché ridi amore mio
proprio così buffo sono io
la sua risposta dolce non seppi mai!
L'auto che partiva e dietro lei
ferma sulla strada lontano ormai
lei che rincorreva inutilmente noi
Un colpo di fucile ed ecco che
ritorno col pensiero
e ascolto te
il passo tuo
il tuo respiro dietro me
A te che sei il mio presente
a te la mia mente
e come uccelli leggeri
fuggon tutti i miei pensieri
per lasciar solo posto al tuo viso
che come un sole rosso acceso
arde per me.
LA METRO ECCETERA
La metro dei riflessi,
gli sguardi verso il vetro,
gli appositi sostegni verticali,
le mani che fatali li discendono,
e quelli orizzontali, in alto i polsi e gli orologi
viaggiano da soli.
La metro, i seduti di fronte
sono semplicemente gli avanzati
dal viaggio precedente
che andava dove vanno
tutti i presentimenti, eccetera.
In un soffio di porta, fa' l'ingresso
la bella incatenata a testa alta;
invece i viaggiatori
sono entrati
col capo chino, e l'umiltà dei frati.
Bella incatenata dai sui stessi ormeggi:
la cinghia della borsa,
e stringhe mosce,
e fasce di camoscio e stratagemmi
dei morbidi tormenti d'organzino.
Si fa la trigonometria,
nei finestrini corrispondenti agli occhi alessandrini,
di lei che guarda fissa
un suo sussulto fuso nel vetro,
che le ricorda tanto un suo sussulto.
La metro piomba nella galleria,
come un eccetera eccetera,
che continua tremante veranda di vettura,
da un attico mittente, tutta giù a fendente.
E più di tutti
i giornali e i giornaletti
ha successo una scritta:
In caso di necessità
rompere il vetro,
e tutti i trasgressori saranno
eccetera.
La metro si avvicina
alla stazione prossima e rallenta.
I posti a sedere,
ad occhio e croce:
diciamo trentasei;
le scale sono mobili,
ma le pareti no,
e fermi i corridoi;
la folla passa e sale.
La metro accelera,
eccetera, eccetera,
e puntini di sospensione.
LA MIA CANZONE PER MARIA
Sento una canzone dolce in fondo al cuor
quando penso a Maria
Sento una canzone, una canzone d'amor
quando penso a Maria
Alzo il mio bicchiere rosso e brindo a te
sento che la mente mia si accende
questa notte il vento porterà con sè
la mia canzone per Maria
Sento una canzone in fondo al cuor
quando penso a Rosa
Sento una canzone dolce in fondo al cuor
quando penso a Rosa
Alzo il mio bicchiere rosso e brindo a te
sento che la mente mia si accende
Questa notte il vento porterà con se
la mia canzone per Rosa
Quanti volti, quanti volti ha l'amore, l'amore
Per tutti una canzone sentirò
Sento una canzone dolce in fondo al cuor
quando penso a Maria
Sento una canzone, una canzone d'amor
quando penso a Rosa
alzo il mio bicchiere rosso e brindo a voi
sento che la mente mia si accende
questa notte il vento porterà con sè
la mia canzone per Maria
la mia canzone per Rosa
la mia canzone per Maria
la mia canzone per Rosa
questa notte il vento porterà con sè
la mia canzone per Maria
la la la la la la la la
LA MODA NEL RESPIRO
La moda è generosa pensi,
cade più docile delle mura,
più facile dei bastioni
ai tuoi piedi sciolta la chiusura.
Dici "i Greci" e pensi solo ai piedi
son colori i Fenici
e i Macedoni fibbie
intimi i Latini.
La moda è generosa pensi,
meglio di un pugile si risolleva,
più agile perde i sensi,
crolla in pezzi senza alcun patema.
Dici "i sogni" pensi ai bottoni
son asole i risvegli
e gli scolli effusioni e spacchi gli sdegni
e chi teme la moda è immerso in essa comunque
e d'essa è intriso come un cardo dal gambo reciso.
E dici "è molto comoda se esclude
sempre di presentarsi in figure,
in tagli, forme, positure,
immediatamente tutte nude
così che quando passa questo eccesso
ci pare non avere perso nulla
ci pare non avere perso il tempo
che la nudezza sbriciola e maciulla".
Dici "la via di mezzo ecco la via
quella percorsa dai ragazzi alteri
che vanno a divertirsi nei misteri
spiegabili perché non intralciati
dai cupi sedimenti dei passati".
Mi dici "il mezzo giro
quello che va di moda nei tuoi fianchi
gli occhi totali come i miei anche
la spossatezza semplice, formale
ed un rilassamento collegiale".
Come se intorno a noi,
in curvi corridoi,
i disciplinatori
"se studentesse e gli studenti
rapinatori del momento d'oro
consumassero un lusso di moine,
un rimandare sempre all'anno dopo,
frenetici in un ballo senza scopo".
Noi nella stanza accanto
e la moda cambiava nel respiro
il nostro che cambiava ogni tanto.
LA NUOVA AMERICA
La nuova America.
La nuova America.
La nuova America.
Dov'è?
Io voglio vivere.
Adesso, subito.
Anche con te.
LA SPOSA OCCIDENTALE
Non dobbiamo avere pazienza, ma
accampare pretese intorno o noi
come in un assedio, ed essere aggrediti
dalle voglie più voluminose:
un fiore, che è un fiore,
io non te l'ho mai comprato,
vuoi improvvisato, vuoi confezionato, ma
trasferisco da te tutti i fiorai,
ed è più facile a dirsi,
e infatti te lo dico.
Ti piacciono i dolci
ed io sul tuo terrazzo impianto
un'impastatrice industriale
che mescola e sciorina la crema per le scale.
Se tu ti vesti, io sul tuo balcone
faccio calare un forno ad indumenti,
tutti i paracadute ed un tendone bianco da sceicco
ed è più facile a dirsi che a dimostrarlo falso,
e infatti te lo dico perché non basta il pensiero.
Vuoi prendere un treno di notte
pieno di paralumi e di damasco per dormire,
sennò a che serve un treno:
alzo con le mie leve tutti i binari
e, senza alcun disagio di viaggiare in discesa,
scivolano da te tutti i vagoni.
Ti lascio immaginare cosa succederebbe
se tu volessi bere, se tu volessi volare,
se tu volessi l'ultimo centimetro di cima
del monte che ti pare
per farne niente o per otturare
un buchetto qualsiasi in fondo a un mare.
Trascurando il tempo ed il riso
tu escludi le risorse più abusive
che sono state mai precise come
sul tuo bel viso rilassato ed inespressivo.
Se nulla capivo, qui tu finalmente
nulla lasciavi germogliare sulla brulla,
paradossale, tra noi terra infondata,
dove sono i leoni,
ammattiti e marroni,
lasciando immaginare
la sposa occidentale.
La sposa occidentale sembra quasi ridere
e invece lei respira,
quasi piangere, ma gira
dall'altra parte il viso, ma ritorna
portando sue notizie inaspettate;
amando tutto ciò che adora,
chiama con nomi fittizi le cose:
così, semmai, le rose
son spasimi, per ora.
LA TUA FELICITÀ
Tu non credevi che esistesse però la cercavi
Nutrivi molti dubbi è vero però ci provavi
Giravi il mondo per trovarla qua e là
La tua felicità
E traversavi mari e monti in ogni situazione
E tutto quello che vedevi era una lezione
RITORNELLO:
Adesso fai girare il nastro eccola qua
La tua felicità
Chiamala
Risponderà chiamandola per nome a tua felicità
Senza timore chiamala per nome
Non soffocare ciò che è naturale in te
Canta insieme a me
(ripetere come all'inizio, poi ritornello)
Il piatto della conoscenza sarà sempre pieno
Il seme sparso intorno a te
Darà per frutto il sereno
Ogni viaggio nuovo porterai
Il sorriso migliore che hai
Chiamala
Risponderà chiamandola per nome
la tua felicità
Basta cercarla arriva chissà come
Sia benedetto mille volte chi ti dà
Un po' di felicità
Chiamala
Ecco che arriva quando tendi al bene
La tua felicità
Na na na na na…
LA VOCE DEL VISO
Per insignificanti movimenti tanti e tanti volti è tutto
è tutto stare accolto sopra il tuo bel volto, lingua che sei straniera
e non so se io vuoi che ti distingua da una mia oh segna lingua vichinga
Bocca di gradazioni interrogammo dalle predilezioni alla maniera umana.
Bocca che mi sei cara, appena appena schiusa tanto che armatura in te,
quella fessura è un dissuadendo le svariate forme labili d'espressione
per tentativi ed approssimazioni e di tua bocca e tutto,
nel momento in cui passando sopra alla tua immagine
dalla quale è troppo facile dire che in superficie
affiorì l'anima passando sopra alla tua immagine invece
ci si vede intraducibile l'estremità al lavoro che il volto è tutto,
ma non è del corpo al quale pare unito
il corpo accontentando il senso della nutrizione,
il viso l'ascensione, l'assolvenza dell'inappetenza.
Perché un bel volto bello se lo si può guardare è un
disimparare del mondo questo e quello.
Così ci si innamora di un viso in cui l'estremità lavora
il corpo segue come un testimone casalinga e
famigliare di questa apparizione.
In su la cima quest'opera sensibile il tuo volto che si manifesta in te
oltre l'ordine della natura e come tutti i portenti tende a scomparire
più cerchi di tenerlo a mente e nelle spire dei ritrovamenti portentosi.
E la voce del viso allora nemmeno ritorna i miracoli
non un riso, un pianto, non una smorfia densa d'oracoli,
ma da senso quella voce è un solo volto che è sotto il mio,
rotola, si ferma e freme alle mie mani preme
perché lo porti in cima, in vetta al suo sistema dei piaceri
secondo un canone, un precetto ed una disciplina che inumidisce i capelli
e per discrezione stende un velo di madore sulla pelle.
Ti spadroneggia allora il tuo oblio disincantato in quanto più è restio
arconto lenitivo aresunto e giulivo non è riso il punto
e non è pianto perché racconto è il riso e il pianto è il suo riassunto
sul viso la sintassi non ha imperio non ha nessun comando.
L'APPARENZA
Quindi facendo finta
che non sai parlare
ti metti un dito in bocca, l'anulare.
Dirigi una quinta qualsiasi
sposti tre vasi come le tre carte
mi metti a parte di una confidenza
senza vocali e senza consonanti
tiri con gli occhi chiusi sull'atlante
l'indice come un pulsante
accende una nazione in cui mi sa
che a quest'ora è notte piena o molto nuvoloso
pieghi la schiena
cali il tuo sipario di capelli
sopra l'armamentario voluttuario
quindi ti sollevi in mulinelli
dall'indaco e il blu di Prussia profondissimi.
Ti rilassi bussando
tristemente assorta sopra una porta
che non c'è per niente la spingi che era aperta
mi racconti come un capogiro
i fatti i posti pieni di respiro
mi presenti un regalo
ed attraverso ci vedo
le tue mani contenenti
lo scarti prima sciogli
questi fiocchetti inestricabili
ti imbrogli e fai cadere e credere
in un danno incalcolabile e l'aria vulnerabile raccogli
incolli l'invisibile
e d'improvviso scrolli in gocce questa scena
fai la feroce coi baffi che non hai da puma
sulle guance gonfiate fai la precoce.
Che scarica un gran volume
d'indolenza incendiaria
quindi sei l'avversaria di un arioso colosso
pugilatore
poi mormori indecenze
senza parole a un confessore
lo respingi in sequenza d'inseguimento
infili il balcone ti scansi di lato
fai la ricognizione
se ha fatto centro il precipitato.
Rientri con cavalli fragorosi e salti di delfini
tra marosi.
L'AQUILA
Il fiume va
guardo più in là
un'automobile corre
e lascia dietro sé
del fumo grigio e me
e questo verde mondo
indifferente perché
da troppo tempo ormai
apre le braccia a nessuno
come me che ho bisogno
di qualche cosa di più
che non puoi darmi tu
un'auto che va
basta già a farmi chiedere se io vivo
Mezz'ora fa
mostravi a me
la tua bandiera d'amore
che amore poi non è
e mi dicevi che
che io dovrei cambiare
per diventare come te
che ami solo me
ma come un'aquila può
diventare aquilone
che sia legata oppure no
non sarà mai di cartone no
cosa son io non so
ma un'auto che va
basta già a farmi chiedere se io vivo
basta già a farmi chiedere se io vivo
Il fiume va sa dove andare
guardo più in là in cerca d'amore
un'automobile corre non ci son nuove terre
e lascia dietro sé
del fumo grigio e me
e questo verde mondo nel quale mi confondo
indifferente perché
da troppo tempo ormai
apre le braccia a nessuno
come me che ho bisogno
di qualche cosa di più
che non puoi darmi tu
un'auto che va basta già a farmi chiedere se io vivo
LE ALETTANTI PROMESSE
Perché tu non vieni insieme a noi
in paese fra la gente insieme a noi
in quella cascina così solo cosa fai
La domenica la messa finalmente sentirai.
No non mi va preferisco restare qui
ho la vacca ed il maiale non li posso abbandonar così
pompar l'acqua del canale poco fieno nel fienile
troppo da fare
prepararmi da mangiare un'occhiata sempre all'orto
quando è sera stanco morto mi diverto solamente a
dormire.
Sì ma non è vita questa qua
se ti compri il vestito della festa
chissà potresti anche far girar la testa
e se poi non ci riesci
appena fuori dal paese c'è la giostra.
No non mi va preferisco restare qua
io in paese ci ho vissuto già qualche mese
se di notte fai un passo con la lingua
che è un coltello ti tagliano gli abiti addosso
e se parli a una ragazza che è già stata fidanzata
loro ti mettono due timbri: ruffiano e prostituta
e se qualcuno non difende i suoi interessi con le
unghie e con i denti
è degradato ad ultimo dei fessi per non dire
degli impotenti.
Avrai anche un dancing per ballare
e poi un biliardo per giocare
avrai un'osteria dove tu puoi bere
e poi il televisore da guardare,
potrai anche peccare se lo vuoi!
No non mi va molto meglio restare qua ,
no non voglio entrare in mezzo all'invidia
e la perfidia non voglio stare
a duellar fra gelosie sporche dicerie
e bigottume delle dolci e care figlie di Maria
e la politica del curato contro quella della giunta
tutti lì a vedere chi la spunta
e sorrisi e compromessi e fognature dentro i fossi
no no io non ci sto
no no io non ci sto
Io non posso parlare solo di calcio e di donne
di membri lunghi tre spanne non posso parlare
di tutte le corna del droghiere
e dell'ulcera duodenale del padre del salumiere
non posso parlare
Potrai avere un giorno anche dei figli!
Per farli diventar così preferisco allevar vitelli e conigli!
LE COSE CHE PENSANO
In nessun luogo andai
per niente ti pensai
e nulla ti mandai
per mio ricordo
Sul bordo m'affacciai
d'abissi belli assai
Su un dolce tedio a sdraio
amore ti ignorai
invece costeggiai
i lungomai
M'estasiai, ti spensierai
m'estasiai, e si spostò
la tua testa estranea
che rotolò
Cadere la guardai
riflessa tra ghiacciai
sessanta volte che
cacciava fuori
la lingua e t'abbracciai
Di sangue m'inguaiai
Tu quindi come stai
Se è lecito che fai
in quell'attualità
che pare vera
Come stai, ti smemorai
ti stemperai e come sta
la straniera, lei come sta
Son le cose
che pensano ed hanno di te
sentimento, esse t'amano e non io
come assente rimpiangono te
Son le cose prolungano te
La vista l'angolai
di modo che tu mai
entrassi col viavai
di quando sei
dolcezza e liturgia
orgetta e leccornia
La prima volta che
ti vidi non guardai
da allora non t'amai
tu come stai (ah come stai come stai come stai)
Rimpiangono te
son le cose, prolungano te
certe cose
LE TRE VERITÀ
Colpa sua
colpa sua
credimi
non c'eri tu
a difendermi
e la sua forza
è stata ancora più forte
della mia volontà
e l'innocente
e l'innocente pagherà
Io so che
non mi crederai
ma è colpa sua
è colpa sua
Non mi interessa se tu
delle false lacrime
ora berrai
ti posso dire sono salate
le ho già bevute ormai
comunque
tutto quello che dice lei
non è verità
la sua dolcezza
è stata ancora ancor più forte
della mia onestà
ed ora le crederai
Povero amico ingenuo
io lo so
le crederai
Io non so
io non so più
a chi credere
so solo che
di tutti e tre
soltanto uno
uno soltanto morirà
lei era mia
ora di chi è andate via
andate via
via ...
L'INTERPRETE DI UN FILM
Chissà che faccia strana la signora Carla avrà
trovandoti domattina accanto a me nel letto arriva
alle otto.
Son certo che le pulizie non farà, stavolta fuggirà.
Mi sto chiedendo ancora dove trovai il coraggio
per farti questa domanda cretina che ti ha fatto
ridere prima che diventassi balbuziente
che mi si paralizzasse la mente
come sempre Tu mi fai sentire un altro uomo,
l'interprete di un film che ho sempre visto senza te.
La mascella scolpita di un rude cowboy che fuma
un marinaio bruciato dal sole e dalla sfortuna
confesso avevo un po' paura anche se non speravo in niente
di un piccolo incidente che mi mandasse a monte
questo incredibile presente
la gioia di fare all'amore con te.
E invece adesso io cammino nudo davanti agli
occhi tuoi sereno
forte calmo come non sono stato mai
per la prima volta grande tanto che mi sentirei
sicuro anche senza te.
Tu mi fai sentire un altro uomo l'interprete di un film
che ho visto tante L'espressione di ghiaccio di un
giovane Padrino dolcemente
stanco come un medico che ha operato fino al mattino
LO SCENARIO
Dici che non capisci
ma io so che tutti capiscono tutto
e t'intestardisci
io sarei un panno nero
nel salottino scuro
non c'è acqua né fuochino
che fuori lo trascini quel detrito
e lì l'incendi abbrustolito.
Diventi malevola
come se io fossi una persona.
Diventi, come i tutti che capiscono, sincera
ossia dici come sarei se fossi
l'immagine a somiglianza del tuo rancore
o malessere d'essere sincera,
parlando di te.
Dici che non capisci
eppure quel che dici è tutto vero
di più quando inveisci
quando pesantemente
costruisci periodi
che speri d'odio
ma ad ogni affondo
ti si scopre un po' il corpo.
Diventi simpatica simile tu
ossia con sentimento
e parli sempre d'altro di quel tossico che bevi
lo stai dicendo con le stesse parole di tutti.
Forse è questo che tu non vorresti riuscire a capire:
che favorevole è come essere contro
e in mezzo c'è una zona di silenzio
difficile anche un po' recalcitrante
dove un parere vale quello che vale
è l'ombra trasparente
o niente che traspare
silenziosamente
tutti tra sé e sé pensano le stesse cose.
Dici che non capisci
e questo ti convince a non capire
però non ci riesci
non ti sai trattenere
e ti dispiace ti dispiaci tu.
Avendo voglia tempo
e la serata adatta
tutto è dimostrabile
soprattutto il contrario
con un'abile manipolazione
dello scenario.
Mentre è un combattimento quello che dici
sono nemmeno abili mosse
tra quello che dici e come vorresti che fosse.
LUCI-AH
Oggi è stata gran festa in paese sì lo so
ma non per questo si brucian le chiese, no no no.
La botte era grande, il vino era buono,
lo sai anche tu
ti è tanto piaciuto che ci hai fatto il bagno non farlo mai più.
La tua veste colore di fuoco è molto bella però
troppo a lungo là sul campanile sventolò
gli indumenti di pizzo ricaman la pelle ma mi sembra che tu
questa sera al chiaror delle stelle non li avevi più.
Luci - ah! Luci - ah!
Di solito così non si fa!
Luci - ah! Luci - ah! (ripete)
Tu sapevi che il curato ogni giorno prega sempre per te
ma perché l'hai legato a lui intorno hai ballato, perché?
E quando il figlio del tuo macellaio ti ha chiesto in sposa tu a lui
non dovevi rispondere che una bistecca non sei
e siam d'accordo con te devi decidere tu il fidanzato che vuoi
comunque esageri un po' con la richiesta che fai
provarli tutti non puoi!
Luci - ah! Luci - ah!
Di solito così non si fa! Luci -ah! Luci - ah.
Ho l'impressione che se non smetti all'inferno tu finirai,
ma se non altro quel luogo più allegro ed umano renderai!
Luci - ah… Luci - ah! Luci - ah!
Di solito così non si fa! Luci - ah! Luci - ah!
Na, na na na…
LUISA ROSSI
Luisa Rossi sa bene quel che fa
Luisa Rossi sa bene quel che fa
Regala un giorno e poi se ne va.
Va, lei va
Va, lei va
Ride con tutti
ride con tutti
sa quel che fa
va, lei va
va, lei va
ride con tutti
ride con tutti
sa quel che fa
Luisa Rossi rischia di restare sola
e lei lo sa
Luisa Rossi rischia di restare sola
e lei lo sa
regala un giorno a te
ride e poi se ne va
va, lei va
va, lei va
vuol bene a tutti
vuol bene a tutti
sa quel che fa.
MA È UN CANTO BRASILEIRO
Io non ti voglio più vedere
mi fai tanto male con quel sorriso professionale
sopra a un cartellone di sei metri
od attaccata sopra a tutti i vetri.
Non ti voglio più vedere cara
mentre sorseggi un'aranciata amara
con l'espressione estasiata
di chi ha raggiunto finalmente un traguardo nella vita
Io non ti voglio più vedere sul muro davanti ad un bucato
dove qualcuno c'ha disegnato pornografia a buon mercato
Oh no non ti voglio vedere intanto che cucini gli spaghetti
con pomodori peso verità tre etti
mentre un imbecille entrando dalla porta
grida un evviva con la bocca aperta
Col dentifricio pure trasparente
dove ti fanno dire che illumina la mente
e mentre indossi un super super super reggiseno
per casalinga tutta veleno.
E mentre parli insieme a una semplice comparsa
vestito da dottore, che brutta farsa!
Ti fanno alimentare l'ignoranza
fingendo di servirsi della scenza! Oh no!
Ah ma è un canto brasileiro… Ah ma è un canto
brasileiro Ah ma è un canto brasileiro… Ah ma è
un canto brasileiro…
Eppure non sei meno bella in casa senza cerone
non dico che sei una rosa sarei un trombone
ma ti vorrei vedere qualche volta in bikini
senza sfondi di isole lontane e restare un po' vicini
Io ti vorrei vedere mentre cogli l'insalata dell'orto
che vorrei aver coltivato prima di essere morto
Oh no! Anche se guadagni centomila lire al giorno
non ti puoi scordare che la vita è andata e ritorno
Oh no, no oh no
Non ti voglio vedere i giorni e le sere
ti capirò se un altro uomo un giorno vorrai
ma consumare la tua vita così non puoi.
Non puoi partecipare a quella storia
dove racconti che la benzina quasi quasi quasi
purifica l'aria
sarà al mentolo l'ultima scoria!
Fotografata insieme a dei bambini
che affidi al fosforo dei formaggini!
Ah ma è un canto brasileiro… Ah ma è un canto
brasileiro Ah ma è un canto brasileiro… Ah ma è
un canto brasileiro…
MACCHINA DEL TEMPO
E quando quel suo pianto,
patetica risposta al mio no
divenne un loden verde
che in un angolo di strada cancellò,
soffocai la mia sensibilità
dietro la statua della libertà.
E quella statua un nome ed occhi verdi
aveva già
e una cerniera lentamente rimossa a metà.
Femmina rossa cosa vuoi? "Mio per sempre".
E fu la morte anche per lei.
E purtroppo perdo anche te,
se tu confondi i mondi: amore e proprietà.
Tu perdi me.
E ancor più solo, senza loro e te,
io disperato con un mantello alato sopra
un monte corro
e a braccia aperte e ad occhi chiusi
gettandomi,
come posso, mi soccorro.
Vedrò fra il grano i fiordalisi;
uscir dall'acqua i risi.
D'amore la terra è pregna,
anche se gramigna nel seme, il seme ha
dell'esclusività.
E certamente parleranno di sindrome
depressiva
o più semplicemente diranno che è morto
un altro matto.
Ma io avrò cercato solamente altrove
quel contatto
che qui non trovo, che qui non ho...
Macchina del tempo tu perdi i pezzi e
non lo sai.
I pazzi sono i saggi e viceversa ormai.
Io so che incertezza uccide ogni ebbrezza
che nasce in noi.
Il senso della vita, confuso ed umiliato,
si è perso oramai.
Tra i fili di un tessuto di riti e paure,
di rabbie e di preghiere.
Siamo, siamo, siamo, siamo vivi e dobbiamo
restarlo perché:
programmare una vita in un giorno
vuol dire morire
quel giorno con te.
Ed io voglio
mai perdere nessuno e nessuno che perda mai me.
MADRE PENNUTA
La strada che curva e l'insegna notturna
Un Tir che si ritira
Tutto il sole al Nadir
E alte a prua chiome d'albero
e zolle che non mi arenano
Finita la storia e caduto l'impero
di vivere dal vero ecco me di anni tre
È lì che fui faraonico
tra bumbe e tra rumbe tiepide
Con tante madri e il tempo un laghetto
coi pesci dei giorni
È il gamberetto del mio compleanno che
torna lì
Fu molto dopo che dentro la pioggia
vidi tra mille la goccia d'acqua mia prigionia
Ho visto la neve nei vetri che agitai
ma agitai le finestre e mai e sfere da souvenir
Guidai, l'accostai e sorpassai
il tempo, l'obeso in limousine
Ho usato penne più degli uccelli
ma quando mai
ho perso il sonno per scrivere solo "io volo"
Madre pennuta il mio morbidio
mia pelle d'oca, cuscino mio
il mio
Il vero è nella memoria e nella fantasia
Non c'è storia e il tempo finge
e poi commette l'ingenuità
Non cancella mai le tracce sue
VuoI esser preso, arreso, inchiodato lì
Ho visto un film normale
ma con un bel finale
Faccia a faccia fra tutt'e due
che infine uno è
Madre mia la gente che s'è alzata
ma che dico la gente uno usci
MALEDETTO GATTO
Elegante, contenuto, un po' ironico, garbato.
Misterioso, interessato, imbroglione, subdolo, matto
Maledetto di un gatto, maledetto di un gatto!
Indifeso ma per gioco. Dolce caro sempre amico.
Un poeta me per poco, giusto per un platonico ricatto:
Maledetto di un gatto, maledetto di un gatto!
Giovane mio amore, quanto ingenua non lo so,
ti vorrei avvisare, ma far questo non si può..
Paternalista a questo punto, non divento proprio no!
Potresti ridere!
Tu disturbi? Vuoi scherzare?
È un grandissimo piacere. Puoi unirti a noi a mangiare.
Un 'intruso, ma chi l'ha mai detto.
Maledetto di un gatto, maledetto di un gatto!
Abbiam tempo per star soli: solo un whisky forza sali!
Ma tutt'altro ci consoli. Bravo è vero andarsene è brutto.
Maledetto di un gatto, maledetto di un gatto!
Giovane mio amore, quanto ingenua non lo so,
ti vorrei avvisare, ma far questo non si può..
Paternalista a questo punto, non divento proprio no!
Potresti ridere!
Quindi maledetto gatto, tu continua a far le fusa,
se per caso lei fosse confusa, riuscirai a mangiarmi nel piatto!
Maledetto di un gatto, maledetto di un gatto!
MI RIPOSA
L'aereo rulla
sulla pista sgombra,
e il ruscelletto frulla,
radente dentro l'ombra,
dove, non visto, fa
certune cose.
Noiosa come sei,
ti sei preziosa.
Monotona ottimale,
mi riposa
la confidenza tua
priva di varietà,
la musica camusa
che stempera le palpebre,
le strugge in cere fuse
e le sigilla
su pagine non chiuse.
Noiosa ti dimentichi di me,
e siamo soli.
E tu parli di noi
senza abbandoni,
e senza animazioni e con la correttezza
di una traduzione che risuoni
facile e fedele senza quelle
inutili tracce e stili.
Pratica, con te sei pratica,
sfogliando un argomento prediletto,
ma non sono petali: tu i fiori li divori,
come i gialli:
"La corolla assassina",
"Il pistillo che sa".
Ti appassioni stordita, tutta in punta di dita
al calare dei fiori.
E li divori,
come una capretta
illetterata ai titoli
dei gialli fiorellini di ruchetta.
Noiosa in un esilio,
segnata dallo sguardo,
ti scusi se hai le mani
che somigliano ad altro.
Scavalli ed accavalli le gambe, d'un tratto,
come i tergicristalli,
e infatti ti schiarisci, traspare,
che dentro l'idea chiara,
vacillano i corpi giovinetti
col tridente ad infilzare
gli amori serrati,
corazzati e profondi dei ricci di mare.
La macchia tonda e dolce dei bicchierini,
le scarpe decoltè,
quel capogiro, che
scossa agli orecchini,
l'ondaccolo dei vini,
e cirri bronzini
dei capelli infantili.
Statica, ritorni statica,
con lievi incrinature,
serpeggiamenti dentro le strutture
esce un amore mio,
come un colombo,
dalle feritoie,
che viaggia tanto e tanto,
ha già viaggiato tra le noie,
si butta a capofitto,
diventa un ruscelletto
che frulla,
radente dentro l'ombra,
e la tua voce rulla
sopra la pista sgombra.
Roca, diventi roca,
con una voce, poca,
da ciceronessa
che spiega com'è bella,
com'è bella se stessa.
I nostri tè si bevono da sé,
molto corretti,
e intanto è incominciata
la sfilata
di intere collezioni
di biscotti.
MI RITORNI IN MENTE
Mi ritorni in mente
bella come sei, forse ancor di più
Mi ritorni in mente
dolce come mai, come non sei tu
Un angelo caduto in volo
questo tu ora sei in tutti i sogni miei
come ti vorrei, come ti vorrei
Ma c'è qualcosa che non scordo
ma c'è qualcosa che non scordo
che non scordo ...
Quella sera ballavi insieme a me
e ti stringevi a me
all'improvviso, mi hai chiesto lui chi è
lui chi è
un sorriso, e ho visto la mia fine sul tuo viso
il nostro amor dissolversi nel vento
ricordo, sono morto in un momento
Mi ritorni in mente ........
MISTERO
Che mistero è la vita
Che mistero sei tu
Ti credevo già sopita
Ed invece stai fiorendo
Sempre di più
Sei creativa
Positiva
Coinvolgente
Quando agiti le tue belle mani
E fai pensare a genti e mondi lontani
E quando tutti stanno ad ascoltare
A bocca aperta in silenzio
Quello che sai dire
Mi dico
Che mistero è la vita
Che mistero sei tu
Io ti avevo definita
Ma mi sbagliavo in te c'è molto di più
Sei profonda
Sei vitale
Non sei mai banale
Io mi ero lasciato entusiasmare
Da quel tipo intellettuale appariscente
Che in fondo in fondo non valeva niente
Una cosa che non so capire davvero
Che mistero è la vita
Che mistero sono anch'io
Per tanti anni ti avevo sognata
Senza sapere che quel sogno era già mio
Sei fatale
Micidiale
Con te non si sta male.
NEANCHE UN MINUTO DI NON AMORE
Salgo in auto e parto e guido verso te
al telefono mi hai detto "Si, d'accordo alle tre!"
dal timbro della voce non sembravi tu
quel tono che mi piace no, non c'era più!
Ma cosa è accaduto?
Quando e' accaduto?
No non è possibile
improvvisamente no.
Il traffico che corre
la gente nei caffè
la mente mia che scorre
e indaga su di te
le ultime espressioni
le pause fra di noi
le minime emozioni
i gesti, gli occhi tuoi
neanche un minuto
di "non amore"
questo e' il risultato dei pensieri miei!
Eppure qualcosa c'è
impercettibile per me
ma per te così importante
lo sento è presente
che grida e intanto grida
un clacson dietro me
sto odiando questa strada
che mi separa da te
neanche un minuto
di "non amore"
ripeto questa frase ossessionato
mentre vedo te.
"Ciao come stai
dimmi cos'hai
parcheggio dopo.
Dimmi che cos'hai!"
Neanche un minuto……
Dimmi che cos'hai!"
parcheggio dopo.
Dimmi che cos'hai!"
Così hai perso il posto
hai pianto e che altro c'è
Nient'altro questo è tutto
volevi star con me
Neanche un minuto
di "non amore"
Scusami se rido
non pensavo a te.
Non pensavo che…